13 Set, 2023

clio make up Reverse Marketing docet

“I prodotti che mi pento di aver creato”

"Ogni volta che li metto sembra quasi che abbia dormito per 10 ore, che abbia la pelle di una ventenne e ti regalano questo effetto che... non va bene!"

Io lo metto e poi sembra che io non abbia i pori, che abbia la pelle senza macchie quindi la gente pensa che abbia i filtri sulle foto quando in realtà no, non ho filtri ma è semplicemente l’effetto levigante e liftante di questo fondotinta.

La matita labbra, […] mi chiedono se ho fatto il botox.
«Ah tu che dici sempre che non ti sei fatta niente, menti! In realtà anche tu fai le punturine!»
Non viene via, l’effetto è naturalissimo perché è il colore delle mie labbra, son così morbide… Però non vengono via, ma com’è possibile?!?

 

Amici lettori, o forse stavolta più ‘lettrici’, riconoscete chi sta parlando e di cosa? Oggi intratteniamo l’audience femminile con la più recente ed eclatante manifestazione di “reverse marketing” attuata da Clio Make Up.

 

Partiamo dal contenuto. Lo scorso 24 ottobre i canali social della celeberrima youtuber e make up artist si popolano di un video apparentemente dispregiativo ed autocritico rispetto ai prodotti che Clio “si pente di aver creato”.

 

Una carrellata d’interventi a primo impatto sfavorevoli che in realtà fungono da pretesto per mettere in luce, con tono pungente, i benefici dell’offerta: quindi l’influencer usa un linguaggio negativo, ma solo dopo aver illustrato con minuzia di particolari le caratteristiche positive che un determinato prodotto della sua collezione possiede. E vince.

 

 

Vince perché catalizza l’attenzione, gioca sull’incredulità che le sue parole suscitano e lo fa in modo arguto e intelligente. Che vince, lo dicono i numeri: in meno di un mese, il video ha totalizzato
• 2,3 milioni di visualizzazioni;
• Quasi 283mila like;

• Oltre 1700 commenti;
• Oltre 2000 ricondivisioni;
• Quasi 29mila utenti che hanno salvato il contenuto.

Chapeau, non c’è che dire.
Ora che abbiamo ripercorso le dinamiche dell’iniziativa e i relativi esiti, “teorizziamo” il tutto.
Il principio secondo cui è stata sviluppata è quello del “reverse marketing”, ovvero un insieme di strategie comunicative che ribaltano il tradizionale approccio al consumatore, che prevede la valorizzazione di tutti i vantaggi e plus che il brand può portare nella quotidianità del suo interlocutore. Il ‘reverse marketing’, invece, mira a catturarne l’attenzione in modo insolito e anticonvenzionale… come posizionandosi contro la marca, adottando un tono critico e deliberatamente polemico nei confronti dei rispettivi prodotti. Ciò determina una fisiologica curiosità dettata dal voler decifrare una comunicazione così paradossale.

 

In sostanza, il ‘marketing inverso’ sposta il focus strategico dalla vendita diretta a un target specifico – bombardato di incentivi – a un avvicinamento spontaneo e genuino al brand. Così facendo, sovverte l’idea del cliente come potenziale acquirente da persuadere e gli restituisce maggior dignità e consapevolezza, incoraggiandolo ad accorciare le distanze con la marca di sua spontanea volontà. In qualità di portavoce, vorremmo poter attribuire al marketing il merito di aver formulato questa dinamica ma non corrisponde al vero.

 

Il ‘vero’ è che la psicologia ha partorito il “principio di reattanza”, secondo cui l’essere umano ha una naturale tendenza a reagire in modo opposto a quanto richiesto da altri o dal contesto. Spinte da un meccanismo di autodifesa, le persone sono infatti più attratte da ciò che è vietato e la maggior parte delle volte finiscono per mettere in atto comportamenti opposti rispetto a quelli cui sono state indirizzate. La mente umana, di conseguenza, sperimenta uno stato di dissonanza che il brand impugna a proprio vantaggio.

Duuuunque, traendo le fila del discorso, il reverse marketing si classifica come una delle tante declinazioni di “unconventional marketing” che, facente leva sulla brama del proibito, spinge le persone ad acquistare senza rivolgere loro un esplicito invito.

 

Beh, a regola non vi abbiamo neanche svel

ato l’asso nella manica di noi markettari!

Ma fate voi… che senso avrà mai seguire un blog con una simile miniera d’informazioni?!?

;)))

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