
EDIZIONE GIUGNO 2023
Prova prova, collegamento allo Studi…
A Milano, uno spettacolo di droni per il restyling dell’iconica bottiglia Campari
Nella città natale di Campari ha avuto luogo il più grande drone show mai visto in Europa, che celebra il lancio della nuova immagine della bottiglia.
Un brand che si pone al secondo posto: la nuova campagna IKEA dedicata ai genitori
“Proudly second best”: i prodotti passano in secondo piano per lasciare spazio agli attimi quotidiani tra genitori e figli.
L’esordio de “I Capolavori del Climate Change” al Salone Internazionale del Libro: l’iniziativa del Gruppo Iren
Alice nel Paese delle emissioni, Ventimila leghe sotto i mari di plastica, Sei personaggi in cerca d’acqua. Storie che non vorremmo mai leggere ma possiamo ancora cambiare.
A Milano, uno spettacolo di droni per il restyling dell’iconica bottiglia Campari
È nelle serate di giovedì 4 e venerdì 5 maggio che nella città natale di Campari ha luogo un inedito drone show, che celebra il lancio della nuova immagine della bottiglia. 12 minuti di spettacolo – a quanto pare, il più grande mai visto in Europa – sul Parco Sempione che hanno portato in vita, mediante scenografici giochi di luce, gli iconici simboli meneghini. A rendere possibile questo autentico ed esclusivo capolavoro Artech e Dronisos, e un’equipe di professionisti italiani e francesi diretti da Luca Toscano, che – con lo straordinario connubio di storia, cultura, tecnologia e creatività – ha plasmato un’atmosfera ‘magica’.
«Con questo evento e la presentazione della nuova bottiglia Campari abbiamo voluto rendere omaggio a Milano, la sua intraprendenza e il suo fermento, tratti che la legano profondamente allo spirito del nostro brand», spiega Matthijs Kramer, Managing Director Campari Italia. E prosegue «Abbiamo visto tingersi di rosso il cielo di Milano attraverso uno spettacolo incredibile, ma non solo, abbiamo voluto dare anche un contributo concreto, investendo su un progetto culturale che arricchirà ancora di più questa città per supportare l’arte cinematografica, che è da sempre parte dell’anima di Campari.» Osservate il video ed assaporate il ‘bello senza tempo’!
Un brand che si pone al secondo posto: la nuova campagna IKEA dedicata ai genitori
“Proudly second best” è il titolo della nuova campagna del gigante svedese, frutto della collaborazione tra AI-Futtaim e le agenzie DAVID Madrid e INGO Hamburg. Nei 3 spot condivisi tra aprile e maggio sul canale YouTube di IKEA Emirati Arabi Uniti, i prodotti passano in secondo piano per lasciare spazio agli attimi quotidiani tra genitori e figli; figli che, come prima scelta, prediligeranno sempre le coccole e la vicinanza di mamma e papà a una stanzetta ben arredata. Come opportunamente discusso su un articolo del sito Muse By Clio, «l’umiltà è un valore che dimora nel cuore del nostro brand. Presentare i genitori come la prima opzione per i loro figli riflette» proprio questo.
Pertanto a IKEA «non importa se l’azienda resta al secondo posto rispetto ai genitori», al contrario ne va fiera e – per quanto apparentemente paradossale – si posiziona sul mercato come il miglior brand cui rivolgersi in materia d’arredamento. Perché? Perché celebra e valorizza la genitorialità, invitando gli interlocutori a coltivarla.
“Proudly second best” rientra tra le tante campagne lanciate da IKEA con focus la famiglia e, in linea con le precedenti, veicola con gli spot l’ampio assortimento di prodotti pensati per i più piccoli. Geniale, non trovate?
L’esordio de “I Capolavori del Climate Change” al Salone Internazionale del Libro: l’iniziativa del Gruppo Iren
Torino, 18-22 maggio 2023. Iren presenta, col nuovo partner creativo e strategico, “I Capolavori del Climate Change”: si tratta di una selezione di 10 storie tra i bestseller della letteratura italiana e mondiale, reinterpretate in chiave distopica alla luce dei cambiamenti climatici generati da comportamenti umani irresponsabili. Un’anticipazione?
Alice nel Paese delle emissioni, Ventimila leghe sotto i mari di plastica, Sei personaggi in cerca d’acqua. Storie che non vorremmo mai leggere ma possiamo ancora cambiare.
Ed è in questo che si sostanzia l’invito del Gruppo Iren: «voltiamo pagina tutti insieme e scriviamo un nuovo capitolo della sostenibilità perché un futuro migliore appartiene a chi lo sa davvero immaginare.»
Ogni capolavoro narra una specifica area in cui Iren è attiva e presenta un QR code tramite cui accedere all’ultimo bilancio di sostenibilità; le copertine sono state realizzate grazie all’uso dell’AI applicata alla creatività. Presso lo stand, è stato possibile ai visitatori proporre titoli da convertire in capolavori e realizzare copertine personalizzate. Chapeau, non c’è che dire.
Google lancia il chatbot Bard in 180 Paesi
È ufficiale: Google porta l’intelligenza artificiale generativa nel motore di ricerca. L’annuncio è stato trasmesso durante l’evento di Google I/O 2023, destando un’eco non indifferente. Bard, il sistema di chatbot di Mountain View rivale di ChatGPT, verrà reso disponibile – senza lista d’attesa e nelle lingue inglese, giapponese e coreana – in 180 Paesi (l’Italia è per ora esclusa). Presto supporterà un totale di 40 lingue (tra cui l’italiano) e verrà progressivamente integrato nei servizi di Google ed esterni (Adobe, Instacart, Wolfram, Khan Academy ed altri).
Ma l’azienda non si ferma ed anticipa che sta «reinventando ciò che un motore di ricerca può fare»: specificamente argomenta che «Grazie alle nuove funzionalità dell’AI generativa nella Ricerca, potrete comprendere un argomento più rapidamente, scoprire nuovi punti di vista e approfondimenti e svolgere le vostre attività in modo più semplice.» Per ora non vi spoileriamo altro, ma una cosa è certa: ne vedremo delle belle!

La mamma non si tocca… davvero! Le polemiche sulla campagna di Control

Il volto in primo piano di una donna attraversato da un’espressione di piacere. A fianco, un prodotto della linea di sex toys, Soul Vibes. E, ciliegina sulla torta, il claim “La mamma non si tocca. O forse sì.”
La nuova campagna Control non potrebbe essere più esplicita e provocatoria. Da un lato, il riferimento al legame e l’amore incondizionato tra mamma e figli; dall’altro, il cliché della madre di famiglia che – in quanto tale – si pensa abbia perso ogni interesse verso il sesso e l’esplorazione di varie forme di piacere. In altre parole, l’azienda si fa portavoce di una verità all’apparenza scomoda: anche le mamme possono (continuare ad) avere una vita sessuale, da cui non si esclude la masturbazione.
Sono bastati poco tempo e tanti ambasciatori (NON ingaggiati dal brand) – mom influencer, ostriche e ginecologi – per rendere la portata della campagna ‘massiva’; campagna presto adattatasi ai social con lo spirito del basta che se ne parli. Ed ora la pioggia di polemiche.
C’è chi ha criticato, più che il messaggio, il tempismo dell’iniziativa, attuata in concomitanza della festa della mamma; chi ha obiettato sulle scelte linguistiche, specie riferendo all’uso del termine mamma in un contesto meno casto rispetto a quello in cui generalmente compare, ovvero nell’ambito del rapporto coi figli; ed ancora c’è chi riconduce il tocco menzionato nello slogan alla tematica della violenza domestica, giudicando tale associazione inappropriata (benché involontaria). Ma non è tutto!
Alcuni hanno contestato che il bisogno di discutere in pubblica piazza della propria sessualità e del desiderio di sperimentarla al di fuori del focolare domestico sia in realtà sintomo di condizionamenti inconsci; infine non sono mancate insinuazioni di sessismo, secondo cui – posto che sia il padre ad occuparsi del regalo per la festa della mamma – pare che l’uomo eserciti una sorta di potere decisionale sulla sessualità femminile. E voi, che ne pensate?
KitKat e l’annuncio no logo: la potenza della notorietà del brand
Have a Break, have a KitKat è la tagline che dal 1957 accompagna la corporate communication del marchio d’origine britannica.
Ora il pubblico viene messo alla prova: la nuova campagna lanciata in UK con la sede locale di Wunderman Thompson trasmette annunci in esterna digitale comprensivi del solo incipit Have a… con un cursore lasciato lì, a lampeggiare solo soletto. 5 lettere su fondo rigorosamente rosso sono bastate alla maggior parte dei passanti per identificare KitKat e completare la frase.
Visibile a Londra nei pressi della O2 Arena, il poster ha dimostrato nella sua parzialità l’essenza di marca e il valore di una comunicazione efficace; valore insito nell’implicita reference a un impiegato (in tal caso il creativo che ha lavorato alla campagna) che si prende una pausa. Stephanie Scales, Senior Brand Manager, conferma che «Per decenni KitKat ha incoraggiato le persone a fare una pausa, e questo poster ha fatto un ulteriore passo in avanti, incoraggiando le persone a fare una pausa senza dirlo esplicitamente.» Esito dell’iniziativa? Secondo il sondaggio condotto da Wunderman Thompson UK, oltre la metà delle persone non solo ha riconosciuto la marca ma ha anche colto il messaggio del brand, consolidando il potere e la memorabilità dello slogan Have a Break, have a KitKat.
Dallo Studi-ART è tutto, linea al TG…