EDIZIONE GIUGNO 2023

Prova prova, collegamento allo Studi… art!

A Milano, uno spettacolo di droni per il restyling dell’iconica bottiglia Campari

Nella città natale di Campari ha avuto luogo il più grande drone show mai visto in Europa, che celebra il lancio della nuova immagine della bottiglia.

Un brand che si pone al secondo posto: la nuova campagna IKEA dedicata ai genitori

“Proudly second best”: i prodotti passano in secondo piano per lasciare spazio agli attimi quotidiani tra genitori e figli.

L’esordio de “I Capolavori del Climate Change” al Salone Internazionale del Libro: l’iniziativa del Gruppo Iren

Alice nel Paese delle emissioni, Ventimila leghe sotto i mari di plastica, Sei personaggi in cerca d’acqua. Storie che non vorremmo mai leggere ma possiamo ancora cambiare.

Google lancia il chatbot Bard in 180 Paesi

È ufficiale: Google porta l’intelligenza artificiale generativa nel motore di ricerca. L’annuncio è stato trasmesso durante l’evento di Google I/O 2023, destando un’eco non indifferente. Bard, il sistema di chatbot di Mountain View rivale di ChatGPT, verrà reso disponibile – senza lista d’attesa e nelle lingue inglese, giapponese e coreana – in 180 Paesi (l’Italia è per ora esclusa). Presto supporterà un totale di 40 lingue (tra cui l’italiano) e verrà progressivamente integrato nei servizi di Google ed esterni (Adobe, Instacart, Wolfram, Khan Academy ed altri).

Ma l’azienda non si ferma ed anticipa che sta «reinventando ciò che un motore di ricerca può fare»: specificamente argomenta che «Grazie alle nuove funzionalità dell’AI generativa nella Ricerca, potrete comprendere un argomento più rapidamente, scoprire nuovi punti di vista e approfondimenti e svolgere le vostre attività in modo più semplice.» Per ora non vi spoileriamo altro, ma una cosa è certa: ne vedremo delle belle!

Google lancia il chatbot Bard in 180 Paesi<br />

La mamma non si tocca… davvero! Le polemiche sulla campagna di Control

Le polemiche sulla campagna di Control<br />

Il volto in primo piano di una donna attraversato da un’espressione di piacere. A fianco, un prodotto della linea di sex toys, Soul Vibes. E, ciliegina sulla torta, il claim “La mamma non si tocca. O forse sì.”

La nuova campagna Control non potrebbe essere più esplicita e provocatoria. Da un lato, il riferimento al legame e l’amore incondizionato tra mamma e figli; dall’altro, il cliché della madre di famiglia che – in quanto tale – si pensa abbia perso ogni interesse verso il sesso e l’esplorazione di varie forme di piacere. In altre parole, l’azienda si fa portavoce di una verità all’apparenza scomoda: anche le mamme possono (continuare ad) avere una vita sessuale, da cui non si esclude la masturbazione.

Sono bastati poco tempo e tanti ambasciatori (NON ingaggiati dal brand) – mom influencer, ostriche e ginecologi – per rendere la portata della campagna ‘massiva’; campagna presto adattatasi ai social con lo spirito del basta che se ne parli. Ed ora la pioggia di polemiche.

C’è chi ha criticato, più che il messaggio, il tempismo dell’iniziativa, attuata in concomitanza della festa della mamma; chi ha obiettato sulle scelte linguistiche, specie riferendo all’uso del termine mamma in un contesto meno casto rispetto a quello in cui generalmente compare, ovvero nell’ambito del rapporto coi figli; ed ancora c’è chi riconduce il tocco menzionato nello slogan alla tematica della violenza domestica, giudicando tale associazione inappropriata (benché involontaria). Ma non è tutto!

Alcuni hanno contestato che il bisogno di discutere in pubblica piazza della propria sessualità e del desiderio di sperimentarla al di fuori del focolare domestico sia in realtà sintomo di condizionamenti inconsci; infine non sono mancate insinuazioni di sessismo, secondo cui – posto che sia il padre ad occuparsi del regalo per la festa della mamma – pare che l’uomo eserciti una sorta di potere decisionale sulla sessualità femminile. E voi, che ne pensate?

KitKat e l’annuncio no logo: la potenza della notorietà del brand

Have a Break, have a KitKat è la tagline che dal 1957 accompagna la corporate communication del marchio d’origine britannica.

Ora il pubblico viene messo alla prova: la nuova campagna lanciata in UK con la sede locale di Wunderman Thompson trasmette annunci in esterna digitale comprensivi del solo incipit Have a… con un cursore lasciato lì, a lampeggiare solo soletto. 5 lettere su fondo rigorosamente rosso sono bastate alla maggior parte dei passanti per identificare KitKat e completare la frase.

Visibile a Londra nei pressi della O2 Arena, il poster ha dimostrato nella sua parzialità l’essenza di marca e il valore di una comunicazione efficace; valore insito nell’implicita reference a un impiegato (in tal caso il creativo che ha lavorato alla campagna) che si prende una pausa. Stephanie Scales, Senior Brand Manager, conferma che «Per decenni KitKat ha incoraggiato le persone a fare una pausa, e questo poster ha fatto un ulteriore passo in avanti, incoraggiando le persone a fare una pausa senza dirlo esplicitamente.» Esito dell’iniziativa? Secondo il sondaggio condotto da Wunderman Thompson UK, oltre la metà delle persone non solo ha riconosciuto la marca ma ha anche colto il messaggio del brand, consolidando il potere e la memorabilità dello slogan Have a Break, have a KitKat.

Dallo Studi-ART è tutto, linea al TG…

 

Ehm ehm, volevamo dire al prossimo appuntamento!

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