27 Lug, 2023
Le varie facce del rapporto ‘uomo-tecnologia’
Intrattenimento e AI:
Se vi chiedessimo di pensare a ciò di cui più spesso sentite parlare? Scommettiamo che a tanti di voi verrebbe in mente la fantomatica “Intelligenza Artificiale”, più comunemente nota con l’acronimo “AI”.
Di ‘AI’ si sente parlare pressoché in ogni ambito: medico, privacy e sicurezza, letterario, cinematografico… e delle forme d’intrattenimento, di cui tutti – che lo vogliamo ammettere o no – siamo consumatori voraci. Ecco, proprio in virtù di questa (tacita ma non troppo) voracità, vi illustriamo 3 prodotti multimediali ultra-noti ed acclamati che presentano un denominatore comune: la tematica dell’AI.
Partiamo da Black Mirror (2011-2019), serie tv caratterizzata da uno specifico filo conduttore: l’avanzamento delle nuove tecnologie, la dipendenza che si sviluppa nei loro confronti e le conseguenze che questa provoca. Immaginando una serie di situazioni inedite legate al presente e al futuro, vari episodi hanno un approccio verosimile – seppur distopico – nella rappresentazione di molte tecnologie basate sull’AI e delle loro imprevedibili ramificazioni. Un ulteriore topic che si riscontra nella serie è il cosiddetto “Internet of Things”, ovvero il mondo degli oggetti di uso quotidiano connessi alla Rete e creati per facilitare la vita all’uomo, e i suoi lati oscuri. Scendiamo ancor più nel dettaglio?
Perché no! Nella prima puntata della quinta stagione, i protagonisti Danny e Karl – che conducono vite diametralmente opposte – si ritrovano a giocare a un videogame (Striking Vipers, lo stesso che li intratteneva 11 anni prima), che ha avuto un intrigante upgrade: un dispositivo di realtà virtuale che ti immerge in toto nel corpo del tuo avatar e fa sì che ogni sensazione venga percepita come reale.
Passiamo al secondo caso-studio, Futurama (1999-2023). La serie animata, ambientata nella (new) New York dell’anno 3000, narra le avventure di Philip J. Fry: il protagonista, fattorino di una pizzeria nel 1999, si ritrova per errore in una capsula criogenetica in cui ‘dorme’ per mille anni e al suo risveglio lavora nuovamente come fattorino – stavolta ‘spaziale’ – per un suo discendente, il professor Farsnworth. Un’ulteriore manifestazione dell’Intelligenza Artificiale è Bender (Piegatore Rodriguez), co-protagonista della sitcom costruito in una catena di montaggio in Tijiuana (Messico).
Bender ha un figlio, che sacrifica al Diavolo in cambio di un’armata composta dai Robot dannati, ed in quanto robot possiede delle doti… poco ‘umane’. In sintesi, si tratta di una serie naturalmente leggera e fantasiosa, ma diverse tecnologie ‘futuristiche’ per i suoi creatori sono oggi realtà od oggetto di ricerca.
Ultima saga della nostra breve ma (ci auguriamo) esaustiva rassegna è Terminator: The Sarah Connor Chronicles (2008-2009). Sarah lotta per proteggere il figlio John, che in futuro assumerà il ruolo di leader della resistenza umana contro la minaccia rappresentata dalle macchine. L’obiettivo di sopravvivenza della fazione umana si fa sempre più arduo con l’arrivo di una nuova macchina: un terminator in continua evoluzione. In Terminator il concetto di AI takeover fa leva sulla violenza che può essere commessa da androidi intelligenti dotati di armi: all’apparenza fantascientifica questa tematica ci induce a riflettere, specie considerando i recenti sviluppi nel campo delle armi autonome.
Volendo dare una lettura macro a questi 3 prodotti, potremmo concludere che in Black Mirror la tecnologia è di per sé innocua e inoffensiva, mentre è l’individuo a farne un uso improprio; al contrario, Futurama racconta il desiderio di un’entità robotica di condurre un’esistenza umana; in ultimo Terminator mette in scena un’autentica rivolta contro la fazione umana. Dunque il rapporto uomo-tecnologia può declinarsi in varie modalità ma ciò che è ormai radicato e irreversibile è l’esistenza stessa di un rapporto, l’indissolubilità di questo legame.