10 Apr, 2023

I nuovi trend del graphic design

L’estetica dell’eccesso

Camicie cropped, stampe wild, sandali platform: sono alcune fra le principali tendenze dell’estate 2022. Così come la moda, anche la pubblicità è un settore estremamente fluido e dinamico, caratterizzato da tendenze e orientamenti propri che variano in tempi sempre più stringenti.

In particolare, gli specialisti del graphic design debbono aggiornarsi di continuo affinché la componente visiva dei prodotti comunicativi risulti efficace e funzionale a colpire gli utenti in target. Senza ulteriori indugi, osserviamo quali sono i principali trend dell’attuale visual design:

  • Massimalismo dirompente: modernismo, flat design, semplicità sono ormai appannaggio di qualunque brand. Navigare sui motori di ricerca e individuare pacchetti illustrativi gratuiti con cui realizzare icone sobrie, pulite e funzionali è immediato: più dispendioso è distinguersi da quella che ci piace chiamare la ‘giungla della comunicazione’. Perché ciò si verifichi, a patto che si disponga del budget necessario, occorre realizzare grafiche impattanti e sopra le righe; grafiche la cui produzione è parecchio costosa, aspetto che può incoraggiare i prospect a valorizzare una realtà e avviare una collaborazione. Ma attenzione: ‘massimalismo’ non significa che tutto dev’essere estremizzato… Alcuni rami dell’universo grafico stanno andando nella direzione opposta: si pensi al logo design, che predica il minimalismo nella creazione di marchi d’associare poi a brand identity più vivaci, dalla tipografia enorme e i colori vibranti; si pensi all’inclusione di immagini naturali nei vari progetti, finalizzata a trasmettere concept quali innocenza, chiarezza e quiete in un mondo frenetico, o ancora rinascita e rinnovamento. Tornando al trend, questo ha determinato l’ascesa di una sottocultura comunicativa “disruptive”, ovvero il cosiddetto…
  • Anti-design: conoscere le regole per poi distruggerle è l’imperativo di questo filone. Lo studio della User Experience ci insegna un approccio al disegno pulito, funzionale, che poco si concede a ciò che può turbare l’equilibrio di un’interfaccia armonica: la consapevole rottura delle norme classiche dà luogo a un linguaggio inedito, più sovversivo e prepotente; un linguaggio che dev’essere ben dosato affinché non disturbi visivamente l’interlocutore.
  • Back to the 90s: in un momento storico di precarietà e frustrazione, si strizza l’occhio ai millennial ricordando loro la spensieratezza dei pomeriggi trascorsi a guardare MTV. Ciò si traduce visivamente in frame e grafiche con schemi color block e tinte molto forti; icone ed illustrazioni costituite da grandi pixel, hyperlink molto evidenti ed animazioni. Espedienti in linea con l’indagato anti-design. Torna poi lo stile grunge, declinato in texture che trasmettono agli elementi grafici un aspetto “rovinato”; e font che si pensavano superati, quali Georgia e Verdana.
  • Retrofuturismo: si tratta del connubio fra il design tradizionale e la tecnologia futuristica, che si traduce in colori vivaci, caratteri ispirati ai primi dispositivi e forme geometriche sferiche. I marchi possono orientarsi a un aspetto vintage e strutturato, usando tonalità audaci, bordi curvi e font retrò oppure optare per un look elegante e raffinato, ispirato ai macchinari futuristici.
  • Inclusività: ad oggi i modelli sociali si stanno rapidamente evolvendo, determinando un crescente numero di persone che vogliono dare un’eco alla propria voce, che chiedono di essere rappresentate; il graphic design si muove in linea a questi reclami, ma spesso inciampa in operazioni di pura facciata, artificiose e prive di verosimiglianza (ex: mano bianca che stringe quella nera). Anziché ricorrere al blu e il rosa, ci si avvale di altri colori per distinguere visivamente gli uomini dalle donne (specie nelle infografiche); colori come il viola, il verde o l’arancione, che non rafforzano gli stereotipi di genere. Si tratta di un primo ma importante passo verso l’ampliamento del range dell’umanità illustrata; un passo che può contribuire al posizionamento di un’azienda sul mercato.
  • Illustrazioni 3D: lo sviluppo della comunicazione in spazi digitali ha favorito un utilizzo sempre più diffuso delle animazioni e del 3D. Quest’ultimo richiede software specifici, computer all’altezza e personale formato, quindi maggiori investimenti: non è un caso che questa strada sia al momento percorsa dai soli grandi brand. I grandi brand si avvalgono delle skills di grafici e illustratori anche per ibridare il 2D e il 3D, così combinando la spontaneità del primo e la ricchezza sensoriale del secondo. Infatti il disegno in due dimensioni, in cui emerge l’elemento di ‘manualità’, è una tendenza in atto da qualche tempo e senz’altro destinata a proseguire.
  • Tipografia decostruita: al tramonto del sans serif corrisponde l’affermarsi di un serif molto ricco e lavorato, avente valore espressivo e decorativo. Il font non solo contribuisce a rafforzare il contesto ma anticipa anche il contenuto: lo stesso discorso si applica a quei loghi costruiti sulle potenzialità dei font variabili; ed è proprio la trasformazione di un carattere all’interno di uno spazio circoscritto che restituisce alla comunicazione salienza e attrattiva. Di nuovo, quindi, l’animazione si insinua in un prodotto che siamo soliti considerare statico. Altre volte, invece, la tipografia viene impiegata come una vera e propria illustrazione, pertanto si parla di…
  • Tipografia illustrativa: i caratteri non sono solo lettere, ma si configurano come elementi visivi che danno luogo a illustrazioni autonome rispetto alla parola che compongono. Questo genere di tipografia porta alla luce uno strumento temporaneamente eclissato dal mondo digitale, ossia la ‘legatura’: essa non favorisce la leggibilità di un testo, al contrario la ostacola, ma conferisce un senso di continuità e fluidità al copy, come fosse un’unica figura. In sintesi, vi imbatterete spesso in legature insolite e svolazzanti, in font a forma di baloon o con grazie molto eccentriche.
  • Visualizzazione ludica dei dati: si è parlato di parole, ora parliamo di numeri. Dalle statistiche di Covid alle questioni ambientali, le persone sono stanche di visualizzare dati in modo confuso e poco esplicativo: per contrastare quest’insofferenza, vengono sviluppate grafiche che restituiscano in modo semplice e coinvolgente informazioni di carattere quantitativo; grafiche accattivanti capaci non solo di attirare l’attenzione dell’utente ma anche di fargli percepire l’esperienza di fruizione come ludica.

È evidente che i trend di graphic design sono in larga parte influenzati dai cambiamenti sociali e rispondono alle esigenze e i gusti di utenti sempre più critici e consapevoli degli intenti persuasivi. Sono fluidi e suscettibili a variazioni improvvise, pertanto occorre aggiornarsi costantemente.

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